Con la nascita del Regno d’Italia anche Salerno fu investita dal rinnovamento urbanistico che si poteva osservare in tutto il nuovo Stato.
Tra il 1926 e il 1933, venne costruito il Lungomare Trieste, definito dagli inglesi il più bello del Mediterraneo negli anni ‘50.
Parallelamente per il traffico veicolare venne realizzato il nuovo asse monumentale di Corso Giuseppe Garibaldi sul quale verranno ad affacciarsi tutte le più importanti e nuove opere pubbliche cittadine: il Palazzo di Città, il Palazzo di Giustizia, il Palazzo della Prefettura, il primo campo sportivo e il Palazzo delle Poste e Telegrafi.
Costruito in stile architettonico neo-classico a fianco di Palazzo Santoro, l’edificio fu opera, negli anni Trenta, dell’ingegnere Roberto Narducci.
Elegante e signorile, l’apparato decorativo era piuttosto moderno per l’epoca, anche se ricco di quei caratteri di «romanità» distintivi delle opere statali del periodo. Ad arricchire ed impreziosire la facciata ci pensò anche il famoso artigiano del ferro battuto, Angelo Catanese, ricordato dai salernitani per le sue opere distribuite in tutta la città.
Il fronte principale su Corso Giuseppe Garibaldi ruota attorno al monumentale ingresso centrale, creando quella sensazione di prestigio richiesta dall’importanza della funzione dell’edificio.
L’articolazione dei volumi sul fronte Lungomare, invece, gli conferisce una leggerezza ed una dinamicità che meglio si integrano con la passeggiata pedonale e la bellezza del paesaggio marino.
Da ricordare che nel 1944, durante il periodo di Salerno Capitale del governo Badoglio, il Palazzo fu scelto per ospitare la sede del Sottosegretariato alle Poste e Telegrafi del Regno.
Il progetto di Recupero